Martelltal

20 LUGLIO 2014 – MARTELLTAL
Notte tranquilla nella camera n°15, notte tranquilla nella camera n°10 e notte tranquilla anche nella camera n°16. Contrariamente alle previsioni ed alle minacce ricevute da Mauro dopo lo sforzo sostenuto sulle rampe della ciclabile del Resia -“Russerò tutta la notte!” – ascolto solo un breve rumore di fondo dalle 06:30 alle 06:45. Sono consapevole che un’accelerazione possa avvenire da un momento all’altro però mi sbaglio e nella stanza mansardata a regnare ritorna il silenzio. Non sono deluso, sorpreso sì. Waghen non è più quello di una volta, perlomeno non è più quello di Landeck. Visi sereni, volti sorridenti a colazione anche perché abbiamo la certezza di poter fare la doccia al nostro ritorno, ah il carisma femminile! Della Val Martello sappiamo tutto o quasi, perché davanti a noi possiamo leggere delle note scaricate dalla rete. La salita misura in totale 22 km ma ha però un’andatura piuttosto irregolare: i primi 5 km sono subito piuttosto ardui, con rampe che superano l’11%, ma sono seguiti da un breve tratto di 500 metri di discesa in località Bagni di Salto in cui si potrà rifiatare. La salita riprenderà dunque con pendenze piuttosto costanti per 9 km in cui la strada salirà al 7-8% con strappi al 10% e vari tornanti. A questo punto altro breve tratto in contropendenza prima del muro finale: una rampa di 6000 metri suddivisa in due muri, entrambi con pendenze al 13/14% intramezzati da un migliaio di metri in falsopiano. Pendenza Media 6,25%, dislivello totale 1398 m. Percorriamo ancora una volta la ciclabile che fiancheggia a tratti l’Adige in direzione Merano e il primo tratto dopo Lasa non è asfaltato. Il cameriere ce lo aveva detto prima di partire. “Duecento, trecento metri di strada battuta o forse più!”. Quel forse più alla fine risulta essere almeno di due km ma non ci causa nessuna foratura. Poi è un continuo slalom tra i meleti, saliscendi, ponticelli, sottopassi fino a Coldrano dove inizia la strada che conduce alla Val Martello. Pendenze immediatamente ardue, gruppetto frazionato da subito. La strada pare non salire con così tanta inclinazione ma ci basta girare la testa all’indietro e capiamo perché già i polpacci faticano. Filari di ribes, coltivazioni di fragole ovunque, ciliegie dal colore quasi viola su alberi ancora piccoli ma già carichi di frutti. Le stanno raccogliendo al nostro passaggio due ragazzi, un ragazzo e una bionda ragazza. Mauro quando passa di lì non vede i ragazzi, probabilmente si erano già spostati su un altro albero. Anche oggi Massimo non pedala, vola. Allunga, ci aspetta, ci stacca nuovamente e con il consueto sguardo ci ammutolisce quando, in prossimità del Mercatino delle pulci, il Flohmarkt, ci fa intendere che potremmo accostarci lì in attesa di improbabili acquirenti. Io e Roberto non ci sentiamo ferri vecchi, solo un poco arrugginiti per cui ignoriamo quello sguardo e continuiamo a pedalare. Le distese di fragole mi sembrano esagerate, le foglie mi sembrano enormi e sono a chiedermi se per caso comincio a vederci doppio. Fatico a salire, i tratti al 14% mi segnano, la ruota di Roberto è sempre lì davanti alla mia, quella di Massimo non la vedo da un pezzo. I campioni non muoiono mai è scritto sull’asfalto, è un omaggio a Fausto Coppi. Mi fermo per fare un paio di foto. La ruota di Roberto a quel punto è molto più avanti della mia, provo a rientrare ma non mi riesce. Il Campione Sociale in carica non gira la testa (che soffra di cervicale?), non cala l’andatura anche perché probabilmente vede Massimo o ne sente l’odore per cui accelera, pedala ad un ritmo che non mi appartiene ed io ho solo il tempo di vederli affiancati ma mi manca la forza di andarli a raggiungere. Dopo il lago Gioveretto, Zufrittsee, la botta finale. Il muro di 8 tornanti con pendenze al 14% è lì ad aspettarci. Come sia finita è presto detto. Roberto dopo aver affiancato Massimo lo sfida con lo sguardo. Gli sguardi a volte valgono più di tante parole. Robby pare una altro oggi. Sarà perché ha ricevuto l’attestato di MATURITA’, sarà perché ha seguito dettagliatamente i consigli alimentari del pedalatore padano, sarà perché le giornate non sono tutte uguali ma sta di fatto che il ciclista di Olmo vede una Time prevalere al km 22,500 ma non è la sua. Tutti arriviamo in vetta. Chi zigzagando, chi barcollando, chi brontolando però tutti ci arriviamo. Affaticati, sudati, sfiancati ma tutti vivi e soddisfatti. Penso alla 16° tappa del giro d’Italia 2014 che è arrivata fin qua dopo aver costretto i ciclisti a scalare il Passo Gavia, il Passo dello Stelvio ed infine questa Val Martello. Certo loro sono dei professionisti ma che fatica devono aver fatto per portare a termine una tappa del genere! Scendiamo al lago, sostiamo alla diga per un ultimo sguardo e ci catapultiamo a fondo valle raggiungendo la velocità di 70 km/h senza dover pedalare. Ancora qualche tratto di ciclabile sulla via del ritorno dove non possiamo ignorare un box self service al lato della ciclabile che propone una mela al prezzo di 30 centesimi, un bicchiere di succo di mela per 50 centesimi e confezioni di fragole ed albicocche a 2 euro. E’ un’altra Italia questa, perbakken! Si sentiranno più tedeschi che italiani da queste parti ma si dimostrano indubbiamente dei signori. Signori a dire il vero lo sono anche Roberto e Massimo, i dominatori del Martelltal, e lo dimostrano in seguito quando, al rientro sul pulmino, si scambiano ripetutamente cortesie e riconoscimenti. Il resto del gruppo prova a spargere veleno, prova ad istigare ad accendere una qualche miccia ma alla fine non ne esce nulla, non si riesce a rompere quel clima idilliaco che da tempo accomuna i due. Quel che riesce a rompersi invece è il bicchiere di birra al ristorante della Forst dove ci fermiamo a mangiare per festeggiare la conclusione del viaggio. Di forza nelle gambe probabilmente ne è rimasta poca ma le braccia si dimostrano ancora forti, forse fin troppo potenti e la crepa che appare all’improvviso sul bicchiere da mezzo litro ne è la conferma. Salute!!!

boccali birra