5a edizione Memorial Billy

La 5° Edizione del Memorial Billy disputata domenica 7 settembre 2014 è stata un successo e doveroso è il nostro ringraziamento nei confronti di Daniela e Paola per il prestigioso Trofeo messo in palio ed assegnato a Fausto Nasi e per il cane su due ruote assegnato a Fabrizio Friggeri.

Meraviglia, gioia, stupore, addirittura commozione, al momento della consegna dell’ambito Trofeo, sul volto del neo tesserato Fausto. Disorientamento e manifesta freddezza sul volto del bancario montecchiese al momento della consegna del simpatico animale, freddezza che poi si è tramutata in vivacità alla vista di quel gran girar di ruote agevolato dalla brezza marina entrata nel Ristorante di Alì. Da rimarcare il signorile gesto da parte del Friggy che, regalando poi l’amabile bestiola ad Elena, la figlia di Fausto, ci ha consentito di ammirare come possano improvvisamente illuminarsi di gioia gli occhi di un bambino. La S. Polo – Mare 2014 ha visto alla partenza ben 18 pedalatori. Il tracciato di 130 km, con 1600 m di dislivello e portato a termine con una media di oltre i 24,5 km/h, ci ha portato a Langhirano, Bosco di Corniglio, Passo Cirone, Pontremoli, Aulla ed infine a Marinella di Sarzana. Necessario riportare, per poter poi ricordare in futuro, solo alcune note. Prima nota. Danilo si è fatto in solitudine, e davanti a tutti gli altri, il tratto Bivio Passo Cirone – Marinella di Sarzana. Contattato telefonicamente, nei pressi di Aulla, alla domanda: “Ma sei da solo?” ha risposto senza esitazione: “Se arriva uno, saremo in due”. Seconda nota. Nella discesa dal Passo Cirone foratura del palmer posteriore della bici del Friggy. In meno di 27’ (ventisette minuti) rapido cambio gomme e straordinario spettacolo pirotecnico dovuto all’abbondante fuoriuscita di schiuma dal palmer stesso. Alla esplicita richiesta: “Quando uscirà la schiuma tu mettici il dito” il Friggy prontamente chiede: “Ma come faccio?”. Che intendesse sapere come in seguito poter pedalare e tenere il dito sul palmer allo stesso momento? Terza nota. Nel ricevere un diploma generalmente ci si commuove. Alda, Fausto ed Oscar, premiati domenica scorsa per aver partecipato alla loro prima S. Polo –Mare non fanno eccezione alla regola e sul loro volto si è potuto notare un poco di emozione. Quarta nota. Generalmente non vuol dire tutti, infatti Massimo nel ricevere il Diploma Minimo (geniale trovata del nostro Presidente) non si emoziona per niente, non si alza nemmeno dalla seggiola per riceverlo, anzi se lo dimentica tra le brocche del vino, i bicchieri e le tazze di caffè (Massimo non preoccuparti perché il Diploma lo abbiamo recuperato). Quinta nota. Franca, recente trionfatrice del IX° Palio di Matilde, corsa ciclistica fra le contrade canossane afferma: “A casa Rossi l’unica a vincere qualche cosa sono io”. Sesta nota. Anche il vino bianco fermo rende frizzanti, non so se al primo, secondo, terzo bicchiere o alla prima, seconda o terza brocca ma rende frizzanti. Il più frizzante di tutti, in sala da pranzo e sul pullman, è risultato essere indiscutibilmente Sandro probabilmente anche a causa del successo riportato dalla moglie. Settima nota. Alla richiesta: “Noi fare foto e poi io comprare cappello” l’extracomunitario di colore prontamente fermatosi a bordo strada ha risposto con immediatezza: “Tu prima comprare cappello e noi dopo fare la foto”. L’extracomunitario di colore è ripartito sulla sua bici con il cappello in testa. Ottava nota. Chi ha tratto vantaggio da questa escursione domenicale è sicuramente Renato e consorte, perché riceverà ben presto un invito da parte del cognato Sandro per un pasto a base di tutto pesce da Alì. Nona ed ultima nota. Di seguito vengono riportate le motivazioni dei due premi consegnati Memorial Billy 2014 al neo tesserato Fausto Nasi per lo spirito collaborativo dimostrato fin dal primo giorno che è stato con noi ma anche e soprattutto per la straordinaria gentilezza dimostrata in questi primi mesi. Fausto ha contribuito a portare aria nuova all’interno della Ciclistica Sampolese. Sempre sorridente, cortese, garbato, educato, mai una parola fuori luogo, mai un rimprovero, mai un’imprecazione, mai un “Faffanculo”, mai un “Ma vai a cagare”, mai un “Bella topa”, mai un “Accosta che ti faccio un culo così”, mai un “Siete tutti degli stronzi”, mai un “Siete tutti delle merde”, mai un “Che cazzo hai da suonare il clacson?”, mai un “Figlio di puttana fermati che ti gonfio la faccia”, mai un “Parmigiano di merda”, mai un “Terrone tornatene giù”. La sua gentilezza ci ha contagiato e grazie a lui anche noi abbiamo nuovamente intrapreso con gioia la via dell’educazione, delle buone maniere, della solidarietà, del senso civico che qualche volta purtroppo avevamo smarrito. Grazie Fausto, benvenuto tra di noi. Un regalo ed una lettera da PAOLA
L’ho saputo dai tuoi amici, dai tuoi compagni di viaggio. E’ inutile negarlo, avevano temuto il peggio, avevano avuto paura di perderti, per tanti giorni, troppi giorni avevano considerato possibile un tuo abbandono. Sì è vero, ci sono state le vacanze estive, le giornate passate con la famiglia al mare, le mattinate e i tardi pomeriggi trascorsi sulla spiaggia a realizzare castelli di sabbia, a disegnare circuiti, anelli costruiti forse in solitudine o più probabilmente con il più giovane dei tuoi figli, sui quali poi giocare con le biglie di vetro o di plastica contenenti la foto di Gimondi,
di Bitossi o di Merckx, ma perché tanto silenzio? Perché non li hai mai cercati? Un sms, l’invio di una foto, un saluto, perché glielo hai negato per tutto il mese d’agosto? “Lo abbiamo perso!” li avevo sentiti ripetere più volte e la loro memoria inevitabilmente era andata a quel martedì 24 giugno quando ti avevamo visto disteso su quella panca all’interno della pineta nei pressi di Sarconi. Sotto quel lungo tavolo in legno, durante quei 10 minuti di attesa prima dell’arrivo del pulmino, avevano ascoltato la tua confessione. Sdraiato sulla panca, supino, con lo sguardo rivolto verso il cielo, avevi confidato loro che forse era giunto il momento di seguire i consigli del tuo medico e avevi preannunciato che forse dovevi smetterla di fare quei percorsi in bicicletta che ormai ti stavano devastando. Eravate tutti stanchi quel giorno, affamati, assetati, preoccupati per tutti quei km che ancora dovevate percorrere e che parevano non calare mai. A volte il silenzio è la miglior risposta ed è per questo che nessuno quel giorno, caro Fabrizio, ti aveva risposto, nessuno ti aveva né incoraggiato né contrastato sulla tua decisione per futuri viaggi ciclistici. Ti avevano poi visto mangiare con gusto e poco prima di ripartire avevano osservato che la tua Focus, dalle ruote CARBO ZEFIR, era rimasta addossata alla rete di recinzione che separava la pineta dalla strada, rassegnata a salire sul Ducato. La bici sul retro e tu pronto a salire sull’unico posto rimasto libero in cabina. E’ inutile negarlo, avevano temuto il peggio, avevano avuto paura di perderti, per tanti giorni, per troppi giorni, avevano considerato possibile un tuo abbandono ed ora invece sono nuovamente felici di rivederti, felici nel constatare che la tua pedalata è ancora efficiente, che il tuo morale è nuovamente alto, che di abbandonarli non ci pensi proprio più. Se quei cattivi pensieri dovessero ripresentarsi, allontanali da te, confidati con loro e continua assieme a loro a progettare ed affrontare itinerari sconosciuti, forse faticosi ma sempre affascinanti, solo così sarai sempre un vincente perché, come scrive Enrico Brizzi in “in PIEDI sui PEDALI”: “Possiamo essere tutti dei vincenti, regaz. L’unico sconfitto è quello che non ci prova!”. Allontanarti ed evitare la loro compagnia, non ti avrebbe aiutato, non ti avrebbe risollevato e questo tu lo hai capito. Saperti essere presente oggi, immaginarti ancora sorridente è per me, e lo sarà sicuramente per gli amici che avrai al tuo fianco, una grande gioia, un grande piacere. Nessuno, proprio nessuno dovrebbe isolarsi e correre il rischio di restare solo come un cane. Il cane, già il cane. E’ il più caro amico dell’uomo però a volte può anche causare danni, sbrindellare una salopette come ha fatto Nenè o fare cadere colei che ti sta scrivendo. Io Paola, una tesserata non pedalante della Ciclistica Sampolese, da sempre con tanta gioia amo portare a passeggio un cane e, come te, anch’io quest’anno ho avuto un momento di sconforto. In un primo momento, dopo quel tremendo incidente che mi ha procurato la frattura del polso ed una preoccupante lesione alla spalla destra – per questo non posso essere oggi lì con voi – incidente causato dalla bestiola che portavo a passeggio, mi ero abbattuta a tal punto di pronunciare quella frase terribile che mai avrei voluto dire: “Devo smetterla di portare a passeggio quel cane!”. Poi, passata la rabbia iniziale, ci ho ripensato e, come hai fatto tu con la bici, anch’io, appena lo potrò, ricomincerò, ricomincerò a camminare fianco a fianco a quel simpatico ed adorabile animale. Il cane, come la bici, è il più caro amico dell’uomo e non ti fa mai sentire solo. Tu caro Fabrizio la bici ce l’hai ma è il cane che ti manca, anzi ti mancava perché da oggi ne avrai uno tutto tuo. E’ un mio piccolo pensiero ma ci tengo a farti questo regalo. Entrambi abbiamo avuto un percorso analogo, entrambi abbiamo per un attimo pensato all’abbandono, tu con la bici ed io con il cane. Il tuo nuovo compagno potrà farti compagnia nei momenti di sconforto. Lui non mangia, non beve, non sporca, non lo dovrai nemmeno oliare, cosa che invece dovrai continuare a fare ogni tanto alla catena della tua Focus. Chiamalo come vuoi, mettilo dove vuoi ma non abbandonarlo, non li abbandonare, né il cane, né i tuoi compagni di pedale. Non so come reagirebbe il cane, ma i tuoi amici diventerebbero tutti sicuramente più tristi. Un abbraccio, Paola