Una notte travagliata

Ieri, domenica 17 agosto, è stato l’anniversario del terribile incidente che un anno fa aveva coinvolto Roberto ed il gatto di Sillano. Non siamo tornati su quel luogo, non c’è stata nessuna commemorazione, tentare di raggiungere il Parco dell’Orecchiella ieri non ci era sembrato opportuno a causa dell’intenso traffico che sicuramente avremmo incontrato lungo il percorso, perciò avevamo lasciamo a Roberto almeno la scelta dell’anello da affrontare. In 10 ci eravamo ritrovati alla partenza. Sandro, Celestino, Danilo e Matteo ancora una volta avevano migrano in territorio parmense con meta finale Schia, mentre io, Maura, Massimo, W@ghen, Roberto e Getto ci eravamo diretti in direzione di Cortogno, il territorio dove in gioventù aveva mosso i primi passi l’attuale Campione Sociale.

Alle 8 di ieri c’era anche Pietro con noi, ma solo in comunicazione telefonica (0 punti), che poi si era accodato a noi solo più tardi, nei pressi di Migliara, La novità della giornata di ieri è stata ovviamente la presenza di Getto che per la prima volta quest’anno abbiamo avuto il piacere di avere al nostro fianco. Che il ragazzo avesse comunque sempre pedalato per conto proprio lo avevamo potuto constatare appena avevamo cominciato a salire le rampe di Rossena. La sua pedalata era apparsa da subito robusta, efficace, si manteneva sempre davanti, ora con uno ora con un altro. Pedalava e parlava, pedalava e ricordava, pedalava e ci stupiva per quel suo mulinar le gambe ed anche per quella sua lingua sciolta che ci aveva narrato avvenimenti accaduti in anni ormai lontani. Rossena, Cortogno, Casina, Migliara, Marola, giro della Pietra, Castelnovo ne’ Monti, Vetto e S Polo, questo il giro di ieri, un anello di 85 km e 1373 m di dislivello. Se questa notte ho dormito male, se mi sono rotolato più volte sul letto non lo devo alla pedalata piacevolissima di ieri ma per quello che mi era stato raccontato appena superato il Castello di Rossena. Non ricordo come e non ricordo perché si era cominciato a parlare del Muro delle Orfanelle, ricordo però che per tutta la notte quel muro mi ha spaventato. Quella salita che porta alla Madonna di San Luca, quella salita che conclude sempre il Giro dell’Emilia, quella salita che per altro io non ho mai affrontato ma che so essere lunga 1900 m, con una pendenza media del 10,5%, con una pendenza massima del 20% e con un tratto di 350 m con pendenza media del 17,5% è ancor oggi un piacevole ricordo per alcuni compagni di viaggio di ieri, ma non per tutti. La S. Polo d’Enza – Bologna, itinerario affrontato qualche anno fa dalla Ciclistica Sampolese, che mi è stata raccontata ieri mi ha turbato, mi ha lasciato tanti dubbi e mi ha procurato una notte agitata Mi è stato raccontato di un improvviso stop, di una rapida discesa dalla bici da parte di qualcuno alla vista del terribile Muro, mi è stato raccontato che quelle mani appoggiate al Muro delle Orfanelle altro non era stato che un gesto di generosità, di protezione nei confronti di coloro che ancora dovevano passare. Un probabile crollo del muro? Un crollo improvviso da parte di qualche ciclista? E’ questa la domanda che inconsciamente mi sono posto più volte nel corso della notte. E’ stato solo un sogno? I sogni durano solo pochi secondi però il mio di questa notte deve essere durato di più. “Ho tirato da Fontana a Bologna e poi quello stronzo mi scatta davanti appena comincia la salita” sarà stata una frase veramente pronunciata o solamente sognata? Spero di passarci prima o poi davanti al Muro delle Orfanelle e di salire poi su fino a San Luca ma spero soprattutto che nelle prossime notti quelle mani appoggiate a quel terribile muro non mi facciano più compagnia.

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