Granfondo Cooperatori… non tutto è filato liscio come l’olio

 

Ieri non tutto oggi è filato liscio come l’olio. Giorgio, con tempestività, ha già postato sul sito della Ciclistica Sampolese alcune foto che non mostrano però tutta la sofferenza provata nel corso di quella che sicuramente ricorderemo come “La domenica bestiale”. Ci siamo presentati in 10, regolarmente iscritti, alla partenza di Albinea, tutti bei sorridenti ed abbastanza fiduciosi di portare a termine il percorso della Granfondo Cooperatori con l’intento di rispettare l’impegno che avevamo concordato prima del via, vale a dire, arrivare al traguardo tutti insieme. A parte le tre ragazze, piazzate in posizione privilegiata nella griglia di partenza, noi partiamo per ultimi. Ultimi tra gli ultimi – una delle foto riportate sul sito ne è la conferma – per cui nessuno ci supera nelle rampe della salita per Regnano e San Giovanni di Querciola. A Casina il cielo che vediamo già non promette niente di buono perciò Luigi e Danilo, partiti prima di noi ma non iscritti alla manifestazione, dopo averci fatto compagnia fino a lì, garbatamente ci salutano per fare rientro sulla strada più breve. Gruppo ridotto ad 8 unità già a Casina perché Dario e il Davide idraulico non li abbiamo visti che alla partenza. Giunti alla Quercia capiamo che non è giornata. Lì iniziano a cadere le prime gocce e scendere verso Pantano e Carpineti, nonostante la giacchetta impermeabile, è estremamente impegnativo e questo sia per la pioggia che per il freddo pungente. L’incubo inizia a Carpineti. Sotto un cielo grigio piombo, la pioggia copiosa, incessante e fredda ci devasta. Dita intorpidite, muscoli sfibrati, morale sotto i tacchi. Fiumi d’acqua sulla strada, cicloturisti fermi al riparo sotto la tettoia di un supermercato, nessun spiraglio di chiarore in cielo. Il tremolio delle gambe, la temperatura non certo primaverile, la difficoltà nel vedere la strada non solo ci avvilisce, ci costringe a porci alcune domande: “E’ il caso di continuare? Ne vale la pena? E’ da normali fare tutto ciò?”. “Ormai siamo bagnati, tanto vale proseguire!” sentenzia uno degli 8 e così riprendiamo a pedalare, riprendiamo a soffrire, forse qualcuno anche a pregare. Potrà mai peggiorare una situazione così drammatica, così spaventosa? Sì che può e ce ne accorgiamo dieci minuti dopo quando, prima di scendere in direzione Colombaia, nei pressi del ristoro gestito da volontari che non conoscono il territorio, ci prende la disperazione. Oltre al freddo, oltre alla pioggia subentra la paura. Sul camioncino scopa sopraggiunto proprio in quel momento vengono immediatamente caricate le bici delle due ragazze mentre in 5 nuovamente ci interroghiamo sul da farsi. Il diluvio universale imperversa. Mauro è già sceso verso Colombaia, io, Raffaele, Maurizio e Davide non sappiamo che fare ed è Alda a prendere la decisione definitiva: “Avanti!”. Salutiamo Gabriela e Seila sedute sul cassone del furgone e scendiamo a fondovalle. Mauro ci vede arrivare e si mostra visibilmente contento. Ha già fatto almeno 5/6 giri di rotonda nell’attesa. Mauro sappiamo che è uno che non si tira mai indietro, in queste situazioni si dimostra sempre un eroe però oggi constatiamo che ha un qualcosa in più, un qualcosa di diverso. Supponiamo si sia dopato, forse dopato dagli stornelli maliziosi romani. E’ veloce, scivola via, è un fulmine sia in discesa che in pianura. Oggi è un fulmine anche in salita ed è una sorpresa per tutti noi. E’ in uno stato di grazia mai visto prima. Ci trascina nel fondovalle fino al ponte della Gatta galvanizzato forse anche dal cielo che si è aperto all’improvviso. L’azzurro si mostra finalmente ai nostri occhi, il sole ci asciuga la pelle, l’impermeabile non serve più, la Pietra è davanti a noi, lì a ore 12. Su di un cartello posto sul lato destro della strada due frecce segnalano il bivio per il percorso della Mediofondo e della Granfondo. Il braccio sinistro di Mauro senza esitazione si stacca dal manubrio, la via è segnata, sarà Granfondo. Salire alla Pietra con il sole che ci riscalda è un piacere, per Davide un po’ meno. Un altro camioncino scopa lo notiamo al bivio di Carnola e i due volontari hanno già raccolto tanti segnali stradali disposti sul percorso. “Siete gli ultimi?” ci chiede uno dei due, gli rispondiamo con un sorriso. Più avanti, molto più avanti, al bivio di Marola Davide, dopo aver visto un segnale con scritto: “ATTENZIONE TRATTO DISSESTATO” decide di scendere direttamente a Casina.
Dopo Marola è discesa facile, poi salita fino alla Stella e giù verso il traguardo. I tempi ufficiali sappiamo che saranno presi fino alle 15:00. Sogniamo di essere la Squadra Maglia Nera della manifestazione ma ci chiediamo come avranno fatto a prendere i tempi dato che noi non abbiamo mai incontrato nessuna postazione di rilevamento. Non importa, pedaliamo con scioltezza, Mauro sembra sempre il più fluido di
tutti e ci tira anche in pianura. A 5 km dall’arrivo una piccola delusione. Davanti a noi un ciclista con numero sulle spalle. Lo superiamo, non possiamo più sperare nella Maglia Nera individuale. Riprende a piovere ma sono solo poche gocce trascinate dal vento. Arriviamo alle 14:45. La premiazione non è ancora finita e per fortuna nemmeno i tortellini alla panna. Al tavolo raggiungiamo Gabriela, Seila e i due Davide. Siamo felici di essere arrivati, stanchi ma felici. Il sorriso è sulla bocca di tutti, il sorriso si tramuta in una risata grassa quando veniamo a sapere che Mauro oltre alla barretta energetica contenuta nel pacco gara ha assaggiato anche quel gel che credeva essere un concentrato energetico ma che invece altro non è che un lubrificante per la catena della bici. Chi ancora non avesse utilizzato quella dose di color verde spinacio ci faccia un pensierino. Poche gocce possono fare miracoli e il Mauro di oggi ne è la dimostrazione lampante. Lubrificatevi anche dentro, è questo il consiglio odierno.olio

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