Fontanellato

Note di domenica 26 ottobre 2014
Siamo in pochi questa mattina, siamo solo in 13, pochi ma ugualmente rumorosi tanto che da una finestra al secondo piano posta sopra la pizzeria MK, alle 8 del mattino, una gentile signora, con malcelata ironia ci dice: “Buongiorno!”, un buongiorno marcato, un buongiorno quasi stizzito. Si va per santuari e rocche oggi, si va in “Città d’Arte e Cultura” in “Cittaslow – Città del buon vivere e della buona tavola”, si va a Fontanellato, Funtanlè in dialetto parmigiano e la proposta di questo itinerario viene da Pietro. Fontanellato mi riporta con la memoria ad anni ormai lontani, mi riporta alle mie prime pedalate di gruppo quando, con gli amici di Ciano, si andava al Santuario per il Giro di apertura per ricevere la benedizione per la nuova stagione ciclistica. Si entrava in chiesa, ci facevamo il segno della Croce, alcuni addirittura si spruzzavano l’acqua Santa sulle gambe e poi ritornavamo tutti bei fiduciosi, sicuri di non andare così incontro a cadute e sventure. Altri tempi, altre compagnie, stesse giornate spensierate. “Si va a Fontanellato passando dai Boschi di Carrega” suggerisce Maurizio ed è così che facciamo. Da Felino a Sala Baganza e poi via nel bel tratto in mezzo al bosco. Strada asciutta, camminatori qua è là, foglie secche ovunque tanto che Mauro, il futuro Campione, butta subito lì una proposta: “Il prossimo anno niente Foglie morte ma Foglie secche”. A Collecchio sud Danilo si assume tutte le sue responsabilità e al grido: “Ci penso io!” si pone davanti e per km e km ci fa conoscere la sua terra. Ce la fa vedere anche dall’alto perché ci trascina su cavalcavia che oltrepassano la A15, la A1, nuovamente la A15, l’alta velocità, ci guida nelle aree artigianali su percorsi obbligati per gli autoarticolati, ci fa assaporare nuovamente i ricordi di tempi passati, gli anni della Parma da bere e da mangiare mostrandoci la Parmalat e Pizzarotti. Danilo ogni tanto si gira e poi accelera, noi dietro lo seguiamo anche se qualcuno continua a chiedersi: “Ma dove stiamo andando?”. C’è sempre chi ha il gusto della critica, una critica non costruttiva ma soltanto inutile e sterile. Pensavamo di poter vedere il fiume Taro sulla sinistra ed invece il Taro, che è alla nostra destra, non lo vediamo nemmeno perché lo scavalchiamo e le pannellature sul lungo ponte della Provinciale Pedemontana ci negano la sua vista. Arriviamo sulla via Emilia passando dalle Ghiaie superiori. “Non di là, di qua dobbiamo andare!” grida qualcuno, ma lui l’Espresso di Bannone non si scompone, conquista il centro della carreggiata, ci fa virare a sinistra, ci dice che se siamo inferiori ai due metri e settanta centimetri (2,70 cm) possiamo passare sotto al ponte. A destra e a sinistra, su e giù da un cavalcavia, dentro e fuori da un’altra area artigianale, Danilo ci confonde ma ci porta alla meta finale. Fontanellato è davanti a noi, il Santuario pure. Entriamo, non tutti ma entriamo. Il segno della Croce, un momento di riflessione poi, nello stesso momento in cui Mauro sta per uscire il Prete, con voce decisa annuncia: “Salve o Regina…”. Nel giorno dell’Orgoglio Parmigiano, è così che Piero considera questa giornata, facciamo prevalere la cultura all’agonismo. “Tutti a Parma” propone il nostro veterinario, ma non per gridare “Noi siamo di Sassuolo” bensì per mostraci la bellezza della città che conosce dettagliatamente. E allora via tutti in fila indiana dentro al Parco Ducale dove ammiriamo il Palazzo Ducale e poi via sul Ponte Verdi, al Palazzo della Pilotta, al Battistero, alla Piazza Duomo per finire poi davanti al Tardini, dove però nessuno osa gridare: “Parma merda”. La strada del ritorno la traccia Fabrizio. Stradine basse che ci portano a San Geminiano. Ragazze sulla strada non ne vediamo, signore alla finestra sì, Fabrizio ce lo aveva anticipato. L’alternativa a San Geminiano e Tripoli poteva essere quella di passare davanti alla Fondazione Magnani Rocca per completare l’itinerario culturale, però è stato giusto così, meglio non esagerare. Altre pedalate culturali saranno proposte nel 2015. Nella pancia del gruppo più d’una voce ha suggerito Mantova, Modena, Le Orfanelle a Bologna. Il Pasubio, il Monte Pasubio ha sentenziato Piero, sarà obbligatorio conquistarlo nel 2015 per poter poi essere tesserati nel 2016, allora prepariamoci, prepariamoci per il grande evento.

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